L’EUROPA COME SISTEMA DI
STATI.
MONARCHIE E IMPERI NELL’EUROPA DEL BASSO
MEDIOEVO.
1 LA FORMAZIONE DELLO STATO MODERNO
Nella seconda metà dell’IX secolo l’impero
carolingio incontrò la crisi. Vennero costruite fortificazioni a causa della
spartizione dell’impero in tanti regni e le incursioni saracene. Questi
cambiamenti portarono alla trasformazione dell’organizzazione del potere.
Infatti, circa nel 1050, si verificarono mutamenti sul piano
politico-amministrativo:
- l’organizzazione venne convertita in una molteplicità di centri autonomi di
potere;
- le funzioni amministrative e di governo
esercitate prima dagli ufficiali, vennero affidate ai rappresentanti delle
famiglie;
- la popolazione rurale venne soggettate a signori
laici o ecclesiastici, che amministravano la giustizia, chiedevano prestazioni
militari e riscuotevano imposte.
Dalla disgregazione dell’autorità statale derivò
una situazione di generale insicurezza:
- i signori si comportavano come re nei loro
territori ma erano isolati e rischiavano di essere aggrediti da rivali;
- la frammentazione dello stato e il preoccuparsi dei
signori solo per il loro possedimento impediva di organizzarsi per le
battaglie;
- la vita economica era danneggiata perché risultava
difficile il commercio tra un territorio e l’altro.
Dal XII secolo nobili e cittadini si sottoponevano
al re per convenienza, infatti il re era considerato come un supremo
magistrato, conosciuto in questo modo dalle monarchie feudali tra il XII e il XV
secolo. Le monarchie feudali erano caratterizzate da un contratto tra sovrano e
sudditi, che comportava:
- che il sovrano garantisse i privilegi dei nobili,
del clero e dei cittadini;
- l’impossibilità di introdurre innovazioni senza il
consenso dei sudditi, espresso in assemblee rappresentative (il parlamento, le
loro riunioni erano occasionali, cioè erano convocate solo in caso di necessità
e duravano pochi giorni), in cui sedevano la nobiltà, il clero e il terzo stato
(i gruppi dirigenti urbani);
- la possibilità di deporre il sovrano che non
rispettasse questo contratto.
Il sovrano si sentiva limitato dal suo ruolo di
re-magistrato; egli voleva la sovranità assoluta: il re deve godere all’interno
del suo regno di una sovranità piena, come quella dell’imperatore, perché non
riconosce alcuna autorità superiore. La piena affermazione dello stato,
infatti, implicava il ridimensionamento dei privilegi di cui godevano i nobili,
il clero e le città. Per perseguire questo obbiettivo, il sovrano approfittò
della guerra: era ammesso che il monarca potesse ricorrere a provvedimenti
eccezionali (privo dell’assenso delle assemblee rappresentative) in caso di
situazioni d’emergenza. Ma la guerra fu una condizione normale nell’Europa del
XVI secolo. Questa risultò l’epoca dell’ascesa del sovrano, cioè il periodo in
cui il re iniziò a organizzare in modo efficiente e stabile il proprio
esercito.
L’ascesa del sovrano segnò la nascita dello stato moderno, cioè del tipo di monarchia che caratterizzò l’Europa tra il XV e il XVIII secolo. Lo stato moderno è descritto con le seguenti caratteristiche:
L’ascesa del sovrano segnò la nascita dello stato moderno, cioè del tipo di monarchia che caratterizzò l’Europa tra il XV e il XVIII secolo. Lo stato moderno è descritto con le seguenti caratteristiche:
- l’accentramento del potere, ovvero la progressiva
acquisizione da parte del monarca del controllo completo e diretto della vita
politica e delle funzioni pubbliche che erano state condivise con altri
soggetti; i sovrani cercavano di assicurarsi il controllo della chiesa
nazionale, sottraendo a Roma il diritto di nominare gli ecclesiastici più
importati (vescovi e abati): nessun re era disposto a usare la religione come
strumento di governo;
- la territorialità, cioè il fatto che la sovranità
del re era circoscritta a un territorio limitato, in contrasto con la visione
universalistica dell’impero e del papato;
- la concezione patrimoniale e dinastica dello stato,
cioè lo stato era concepito come un bene di proprietà del sovrano che passava
per via ereditaria ai discendenti dando vita a una dinastia (miglior sistema
per assicurare la continuità dello stato).
L’edificazione dello Stato moderno richiese tempo:
ebbe inizio nel XII secolo con le monarchie feudali e culminò nel XVII secolo
con le monarchie assolute. Con l’affermazione delle monarchie il centro dello
Stato divenne la corte che era:
- il luogo in cui il re viveva e da dove governava il
regno;
- l’insieme delle persone che vivevano con il re e
che collaboravano con lui nel governo del paese.
Attraverso la corte il sovrano guidava l’esercito e
la burocrazia; infatti la nascita delle monarchie era sempre accompagnata:
- dalla formazione di un esercito permanente,
costituito da militari di professione alle dipendenze del re;
- dall’organizzazione di una burocrazia, cioè di un
apparato amministrativo centralizzato formato da funzionari regi che
riscuotevano le tasse e amministravano la giustizia per conto del re; la
fiscalità fu finalizzata al finanziamento del sistema statale, e nacque un
sistema giudiziario gestito da professionisti;
- dalla
creazione di corpi diplomatici stabili, che informavano il sovrano di quanto
avveniva nei paesi stranieri.
2 LA MONARCHIA FRANCESE E LA GUERRA
DEI CENT’ANNI
Nell’XI secolo i territori controllati dal re di
Francia si limitavano al’area circostante Parigi e nel XII secolo parte della
Francia sud-occidentale divenne feudo del re d’Inghilterra. All’inizio del
Trecento i sovrani francesi avevano esteso il loro controllo su due terzi del
territorio nazionale e rafforzato lo Stato, ma i feudi inglesi erano un
ostacolo al processo di affermazione della monarchia e di unificazione. Per
questo, nel 1337, tra Francia e Inghilterra iniziò la guerra dei Cent’anni. Nel
1415, con la battaglia di Azincourt, gli inglesi si impadronirono della Francia
centro-settentrionale. Carlo VII organizzò la riscossa e nel 1453 i francesi
vinsero la guerra. La guerra dei Cent’anni segnò in Francia il passaggio della
monarchia feudale allo Stato moderno nazionale. Finita la guerra, Luigi XI
cercò di raggiungere:
- l’unità geografica, scontrandosi con la grande
nobiltà, che rimaneva potente;
l’unità
politica: istituì un esercito permanente, rafforzò l’apparato amministrativo e
perseguì il tentativo di Carlo VII di trasformare la Chiesa in uno strumento di
governo. Alla morte di Luigi XI (1483), la Francia era una grande potenza.
3 LA FORMAZIONE DELLA MONARCHIA INGLESE
La monarchia inglese:
- nacque nel 1066 con l’invasione normanna guidata da Guglielmo il Conquistatore. Con la successiva dinastia dei Plantageneti, L’Inghilterra acquisì ampi territori francesi, che sarebbero andati perduti con la guerra dei Cent’anni;
fin dalle origini cercò di limitare il potere della nobiltà feudale e di controllare la Chiesa, ma nel 1215 i nobili ottennero la Magna Charta, che limitava il potere sovrano: nessuna nuova tassa poteva essere imposta senza l’approvazione del parlamento.